MUSEO PER LA STORIA DELL'UNIVERSITA'

domenica 23 settembre 2007

Sala Golgi

La sala Golgi accoglie gran parte del materiale riguardante Camillo Golgi: preparati microscopici, documenti, strumenti, decorazioni insignite ed il premio Nobel con le firme autografe dei giudici dell’Istituto Carolino di Stoccolma, datato 25 ottobre 1906. Tra i preparati, allestiti e studiati da Camillo Golgi, alcuni sono caratteristici per la montatura originale ideata per le esigenze del suo metodo per lo studio del tessuto nervoso, chiamato “della reazione nera” o “cromoargentica”. Nella vetrina contenente l’effigie di bronzo di Golgi sono conservati anche due dei primi microscopi da lui stesso usati, ed il primo microtomo che gli servì per ridurre in sezioni accessibili all’esame microscopico le diverse parti del sistema nervoso trattate col suo metodo. Accanto ai volumi della sua Opera Omnia, rivestono particolare interesse gli scritti autografi e i disegni originali da preparati microscopici riguardanti la struttura della cellula, del sistema nervoso, del rene, gli studi sulla malaria nonché alcuni fogli manoscritti utilizzati nelle sue lezioni di patologia generale. Nella stessa sala si trovano altri documenti e manoscritti: quelli di Adelchi Negri riguardanti le scoperte sulla rabbia, quelli di Carlo Forlanini con i primi strumenti in vetro costruiti per l’applicazione del pneumotorace terapeutico, rappresentano le prime prove che condussero alla costruzione del più semplice e pratico apparecchio che da quegli anni venne poi utilizzato in terapia. Sono esposti anche altri cimeli di Forlanini: la targa di bronzo della sua effigie, un ritratto giovanile, qualche scritto autografo e la fotografia di una giovane donna che fu fra i primi infermi ai quali venne applicato il pneumotorace terapeutico. Dalla fotografia risultano i rilievi semeiotici tracciati sul torace di questa donna e, accanto ad essi, alcuni appunti di Forlanini sulle condizioni fisiche dell’ammalata. Di Edoardo Porro, oltre ad un’effigie scolpita in bronzo, è esposto lo strumento chirurgico da lui usato nel primo intervento di amputazione utero-ovarica, compiuto a Pavia nel 1876, ed accanto ad esso è conservato il pezzo asportato, in soluzione di formaldeide. Di G.B. Amici è conservato uno dei primi microscopi composti acromatici realizzato intorno al 1826, con un suo manoscritto autografo nel quale dà le norme per l’uso dello strumento che, con la drastica riduzione dell’aberrazione cromatica delle lenti, si è rivelato fondamentale nella storia della microscopia e un piccolissimo microscopio tascabile di sua costruzione. Interessanti sono le riproduzioni dei plastici in cera eseguiti da Amici per la dimostrazione della sua scoperta sulla fecondazione delle piante, altri plastici della struttura e riproduzione del tartufo e di una crittogama parassita delle rose. Di Eusebio Oehl oltre alla raccolta di preparati microscopici, sono anche esposte le cannule da lui fatte costruire ed usate per l’esame della digestione gastrica mediante fistola sperimentale e le cannule destinate all’intubazione dei condotti escretori delle ghiandole salivari per la raccolta dei vari tipi di saliva. Fra gli scritti autografi di Oehl vi sono i protocolli di alcune esperienze, gli appunti delle lezioni e qualche pagina del manoscritto del suo Trattato di Fisiologia, posseduto per intero dal Museo. In una piccola bacheca è invece raccolto il medagliere con medaglie commemorative o coniate in onore di famosi personaggi dell’Ateneo pavese. Nella sala sono anche presenti alcune lastre a raggi X risalenti al 1896, una fotografia riprodotta usando i raggi X di Röntgen -Bilder

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